A Gubbio puoi prendere la patente da Matto!

Per sentirvi un po’ Alice del paese delle Meraviglie, un po’ il Cappellaio, vi portiamo a Gubbio, tra le più belle città medievali dell’Umbria, conosciuta anche con il nome romano di Iguvium, ricca di storia, monumenti, opere architettoniche e …famosa anche per essere nota come la Città dei Matti!

Ebbene in quanto tale, nella città eugubina potrete prendere anche la Patente da Matto con tanto di Pergamena. Tutto nasce e ruota intono alla Fontana del Bargello, costruita intorno al ‘500, posta dinanzi a Palazzo Bargello nel cuore del centro storico di Gubbio e rinomata per essere la Fontana dei Matti!

Il tutto risale ad una pratica antica del 1880 e in uso ancora oggi per i cittadini eugubini ma anche per tutti i turisti in viaggio a Gubbio!
Attenzione! Anche la patente dei Matti richiede requisiti e si fonda su una rigida regolamentazione:

  1. Deve essere un Eugubino doc a richiedere in vostra vece la Patente da Matto
  2. Versare un contributo all’Associazione Maggio Eugubino
  3. Fare 3 giri intorno alla Fontana dei Matti alla presenza di un Eugubino Matto doc!
  4. Essere “battezzati” dagli spruzzi d’acqua provenienti dalla stessa Fontana dei Matti.

Dopo aver superato la prova, la stessa Associazione vi concederà la Pergamena di Licenza da Matto scritta con stilemi medievali.

La tradizione dei Matti è legata ai giri, le “birate”, che si effettuano intorno al pennone principale di Piazza Grande durante la famosa e folkloristica festa dei Ceri che si tiene ogni anno il 15 maggio.

Eugubini, matti Rocciosi!
Secondi alcuni studi geologici, intorno alla città avrebbero rilevato conformazioni rocciose contaminate da una sostanza chimica, lo iridio, altamente tossica, che potrebbe in qualche modo spiegare la “pazzia” degli eugubini.

 

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            UmbriaSì racconta il Perugino

            UmbriaSì racconta il Perugino, Il Meglio Maestro d'Italia

             

             

            C’è stato grande fermento in questi mesi in Umbria per i preparativi della grande Mostra dedicata al Perugino il Divin Pittore.
            Dal 4 marzo si tiene a Perugia la mostra per il 500imo anniversario dalla morte di Pietro Vannucci alla Galleria Nazionale dell’Umbria fino all’11 giugno, dal nome il Meglio Maestro d’Italia” così come fu definito nel 1500 da Agostino Chigi, grande estimatore d’arte e mecenate del suo tempo.
            Ripercorriamo insieme la vita del Perugino, le sue opere artistiche, per farvi vivere l’arte del Divin Pittore che riecheggia non solo in tutta l’Umbria e Italia, ma in tutto il mondo.

            Pietro di Cristoforo Vannucci
            Nato nel 1448 a Città della Pieve e morto nel 1523 a Fontignano, da una famiglia benestante e importante nel panorama politico umbro; difatti il padre del Perugino, Cristoforo di Pietro di Giovanni, nel 1459 ricoprì la carica di Priore di Città della Pieve.
            Il nome Vannucci, come era nota la famiglia, deriva dal nome del bisnonno, Giovanni, conosciuto con il diminutivo di Vannuccio.
            Tanti gli appellativi che ne contraddistinsero l’arte, la produzione e la fama oltre la definizione di “Miglior Maestro d’Italia”, di Divin Pittore, così come si legge nei versi del Pittore Giovanni Santi, padre di Raffaello, di cui fu maestro, e “Il Perugino” al di fuori dei confini regionali. Perugia, infatti, era ben più nota e florida dal punto di vista di produzioni artistiche, rispetto ad altre città umbre.

            Pietro Vannucci, poco più che ventenne, iniziò la sua formazione artistica proprio a Città della Pieve, in botteghe di pittori senesi. Nel 1460 è già riconosciuto per il suo talento tanto da essere apprendista accompagnatore ad Arezzo di Piero della Francesca. Dieci anni dopo, frequenta la bottega più famosa di Firenze, quella di Andrea Verrocchio in cui si pratica l’arte dell’oreficeria, della scultura e della pittura. L’ambiente fiorentino da modo a Pietro Vannucci di conoscere e venire in contatto con altri artisti come Botticcelli, Filippo Lippi e Leonardo.
            Nel 1472 il Perugino termina il suo apprendistato e comincia la sua carriera di pittore dopi essersi iscritto alla Compagnia di San Luca come “dipintore”.
            Una sua importante opera perduta, ma testimoniata dal pagamento effettuato in suo favore, fu la  commissione della decorazione della Sala Grande del Palazzo dei Priori da parte del Comune di Perugia nel 1475.
            La fama del Perugino continua a crescere e dal 1478 sarà impegnato a Roma, per volontà di Papa Sisti IV, per la decorazione della Basilica di San Pietro in Vaticano prima, e la Cappella Sistina dopo, con la famosa scena della “Consegna delle Chiavi” (in cui è visibile un autoritratto del Pittore). In questa occasione entrerà in contattato con altri pittori come Cosimo Rosselli, Bernardino di Betto Betti detto il Pinturicchio e Luca Signorelli

            Nel 1493 sposa a Fiesole la donna che sarà per lui la sua grande Musa ispiratrice, soprattutto per i volti delle Madonne da lui dipinte (come la Madonna con Bambino e Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano), Chiara Fancelli, figlia dello scultore e architetto Luca Fancelli, allievo del Brunelleschi. Dal loro matrimonio nacquero 5 figli, ed ella decise di stabilirsi a Firenze, in considerazione anche del fatto che il Divin Pittore avesse a Firenze, oltre che a Perugia, la sua bottega.
            Il Divin Pittore nel 1498 è chiamato ad affrescare la Sala del Collegio del Cambio (sede del cambiavalute) con il Ciclo delle Virtù.
            Dal 1500, il Perugino si dedica alla realizzazione opere nella sua Umbria, testimoniata dalla presenza dei tratti tipici della regione come dolci colline e paesaggi ricchi di verde a Città della Pieve, sua terra natìa, ma anche Spello Foligno, Panicale, Trevi e Perugia.

             

            Il Divin Pittore muore nel 1523 di peste bubbonica a Fontignano, e sepolto sotto di un albero. Nel 1925 furono ritrovati i suoi resti accanto a pentolini di colore. Nel 1929 fu posto nell’urna con l’epigrafe PETRVS-PERVSINVS-PICTOR e trasferito nella chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, sempre a Fontignano, dove probabilmente il Perugino stava dipingendo “La Madonna con Bambino” commissionata nel 1521 dalla confraternita dell’Annunziata.

            Credit foto:
            Nation Gallery of Art

             

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