


Mika Umbria Jazz 2025
PH DAVID MORRESI © UMBRIA JAZZ
Promo!!!
Un’esperienza unica per vivere una mini vacanza in occasione di Umbria Jazz e del concerto di Mika.
Scopri con noi la nostra promo Concerto + Soggiorno
Quota a partire da Euro 165,00
La quota per persona in camera doppia comprende:
- Una notte di pernottamento con sistemazione in camera doppia/matrimoniale con prima colazione
- Concerto incluso
- Assicurazione Viaggi Europ Assistance
La quota non comprende
- Extra e mance di carattere personale
- Tassa di soggiorno laddove prevista da versare in contanti
- Quanto non indicato nella voce “La quota comprende”
Condizioni di Viaggio
Alla conferma di disponibilità verrà richiesto il versamento del deposito pari al 30% del pacchetto.
Il versamento del saldo è richiesto entro 30 giorni dalla data di arrivo.
La copertura assicurativa Europ Assistance si formalizzerà al versamento del saldo
Eventuali cancellazioni dovranno essere comunicate via email a info@umbriasi.it
Per cancellazioni successive il versamento del saldo fino alla data di arrivo, ritardato arrivo e/o anticipata partenza, no show (ovvero non presentazione) verrà richiesto l’ammontare totale della pratica.
Si potrà attivare la copertura assicurativa Europ Assistance (per i casi previsti dalla copertura) che verrà formalizzata all’atto del versamento del saldo.
Prenota ora e paga dopo!
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Soggiorno a Umbria Jazz 2025
Soggiorno a Umbria Jazz
PH DAVID MORRESI © UMBRIA JAZZ
Promo!!!
Un’esperienza unica per vivere Perugia e Umbria Jazz
Hai già il tuo biglietto????
Ti aiutiamo noi per trovare la migliore soluzione per il pernottamento!
Quota a partire da Euro 54,00
La quota per persona in camera doppia comprende:
- Una notte di pernottamento con sistemazione in camera doppia/matrimoniale con prima colazione
- Assicurazione Viaggi Europ Assistance
La quota non comprende
- Extra e mance di carattere personale
- Tassa di soggiorno laddove prevista da versare in contanti
- Quanto non indicato nella voce “La quota comprende”
Condizioni di Viaggio
Alla conferma di disponibilità verrà richiesto il versamento del deposito pari al 30% del pacchetto.
Il versamento del saldo è richiesto entro 30 giorni dalla data di arrivo.
La copertura assicurativa Europ Assistance si formalizzerà al versamento del saldo
Eventuali cancellazioni dovranno essere comunicate via email a info@umbriasi.it
Per cancellazioni successive il versamento del saldo fino alla data di arrivo, ritardato arrivo e/o anticipata partenza, no show (ovvero non presentazione) verrà richiesto l’ammontare totale della pratica.
Si potrà attivare la copertura assicurativa Europ Assistance (per i casi previsti dalla copertura) che verrà formalizzata all’atto del versamento del saldo.
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Holiday oil
Holiday Oil
Promo!!! Euro 999,00 a persona
Un’esperienza unica nel suo genere, dove ti troverai catapultato in una stupenda realtà rurale e potrai vivere a pieno il ciclo produttivo dell’olio, imparare tecniche di potatura e raccolta oltre che immergerti nella realtà e nella cultura contadina umbra, preparando e assaporando piatti della nostra tradizione.
LA POTATURA
Date da scegliere per il soggiorno
– 14 marzo 2025 – 16 marzo 2025
– 21 marzo 2025 – 23 marzo 2025
– 28 marzo 2025 – 30 marzo 2025
– 04 aprile 2025 – 06 aprile 2025
– 11 aprile 2025 – 13 aprile 2025
Il primo periodo di soggiorno andrà dal 14 marzo 2025 al 12 aprile 2025 e consentirà al partecipante di scegliere il proprio piantone di ulivo e iniziare a prendersene cura con la potatura.
VENERDI
Arrivo nel pomeriggio e traversata da San Feliciano a Isola Polvese.
Passeggiata con l’agronomo tra i piantoni e scelta della pianta.
Aperitivo in struttura con affettati, formaggi, composte e vino locale.
Cena in struttura e pernottamento
SABATO
Al mattino dopo una ricca colazione, sarete condotti al piantone per apprendere le tecniche di potatura, che poi applicherete alla vostra pianta.
Durante la potatura verrà servita una merenda.
Pranzo in struttura.
Nel pomeriggio corso di cucina tipica.
Cena in struttura e festa finale della potatura
DOMENICA
Dopo la prima colazione verranno messe le targhe su tutti i piantoni con il nome del proprio adottatore
Rientro sulla terraferma
LA RACCOLTA
Date da scegliere per il soggiorno
– 03 ottobre 2025 – 05 ottobre 2025
– 10 ottobre 2025 – 12 ottobre 2025
– 17 ottobre 2025 – 19 ottobre 2025
– 24 ottobre 2025 26 ottobre 2025
– 07 novembre 2025 – 09 novembre 2025
Il secondo periodo di soggiorno andrà dal 03 ottobre 2025 al 07 novembre 2025 e consentirà al partecipante di vivere l’esperienza della raccolta e della spremitura delle olive, tornando a casa con l’olio evo prodotto dalla propria pianta
VENERDI
Arrivo nel pomeriggio e traversata da San Feliciano a Isola Polvese.
Passeggiata con l’agronomo tra i piantoni per ammirare i frutti e per le prime nozioni sulla spremitura.
Cena in struttura e pernottamento
SABATO
Al mattino dopo una ricca colazione, sarete condotti al piantone per la raccolta delle olive.
Merenda sul campo.
Pranzo in struttura.
Nel pomeriggio spostamento sulla terraferma per andare al mulino per la spremitura
Merenda con bruschette all’aglione e olio nuovo
Cena in struttura e festa finale della raccolta
DOMENICA
Dopo la prima colazione verranno consegnate le bottiglie del proprio olio prodotto.
Rientro sulla terraferma
Promo!!! Euro 999,00 a persona
La quota per persona in camera doppia comprende:
- Sistemazione in camera doppia/matrimoniale
- 2 soggiorni di 3 giorni e 2 notti nei due periodi LA POTATURA e LA RACCOLTA
- Trattamento di pensione completa bevande incluse
- Trasporto in barca da San Feliciano ad Isola Polvese
- Corso di Cucina
- Merende durante LA POTATURA e LA RACCOLTA
- Assistenza dell’Agronomo
- 5 foto digitali spedite durante il periodo di assenza
- Targa di legno personalizzata per il proprio albero
- Olio evo prodotto dal proprio albero (minimo garantito 3 litri)
- Assicurazione Viaggi Europ Assistance
La quota non comprende
- Extra e mance di carattere personale
- Tassa di soggiorno laddove prevista da versare in contanti
- Quanto non indicato nella voce “La quota comprende”
Supplementi e Riduzioni
- Sistemazione in camera singola Euro 65,00 per persona a notte
- Riduzione terzo letto adulti – 15% sulla quota a persona in camera doppia
- Riduzione terzo letto adulti – 25% sulla quota a persona in camera doppia
CONDIZIONI DI VIAGGIO
Le partenze nei due periodi LA POTATURA e LA RACCOLTA sono sempre garantite al raggiungimento di numero minimo di 10 partecipanti.
Il raggiungimento di tale numero verrà confermato entro 20 giorni dalla partenza del viaggio.
Potranno essere proposte in alternativa ai partecipanti delle date per entrambi i periodi dove è più probabile che si raggiunga il numero minimo di partecipanti.
Una volta raggiunto il numero minimo di partecipanti verrà richiesto il versamento del deposito pari al 30% del pacchetto.
Il versamento del saldo è richiesto entro 15 giorni dalla partenza del viaggio.
La copertura assicurativa Europ Assistance si formalizzerà al versamento del saldo
Eventuali cancellazioni dovranno essere comunicate via email a info@umbriasi.it
Per cancellazioni successive il versamento del saldo fino alla data di arrivo, ritardato arrivo e/o anticipata partenza, no show (ovvero non presentazione) verrà richiesto l’ammontare totale della pratica.
Si potrà attivare la copertura assicurativa Europ Assistance (per i casi previsti dalla copertura) che verrà formalizzata all’atto del versamento del saldo.
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Umbria un cuore di cioccolato
Umbria un cuore di cioccolato

A partire da Euro 325,00 a persona
2° Giorno Dopo la prima colazione ci si sposta verso il nostro Lago Trasimeno che visto dallo spazio disse l’astronauta Parmitano “Sembra un cuore”. Passeggiata per Passignano sul Trasimeno piccola perla turistica del Lago, dove sarà possibile prendere il traghetto per raggiungere l’Isola Maggiore, l’unica abitata, con un piccolo circuito museale. Pranzo a Isola Maggiore Cena libera e pernottamento
3° Giorno Dopo la prima colazione nel rientrare verso la propria destinazione si potrà effettuare una sosta per una passeggiata a Todi città medievale nominata la “città più vivibile del mondo”. Degustazione con merenda in Cantina.
La nostra migliore è a partire da Euro 325,00 per persona
La tariffa si intende a persona in camera doppia e comprende:
- 2 notti di pernottamento con prima colazione
- Ingresso a Perugia Sotterranea
- degustazione di cioccolata a Perugia
- Escursione giornaliera a Isola Maggiore da Passignano sul Trasimeno (biglietto a/r battello, circuito museale, pranzo)
- Degustazioni di vini in cantina con merenda a Todi
- Assicurazione viaggi Europ Assistance
- Extra, mance ed offerte
- Mezzo di trasporto
- City tax laddove introdotta dal Comune di riferimento
- Quanto non espressamente indicato nella voce “la tariffa comprende”
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Le ricette di Natale in Umbria
Sapore Natalizio in Umbria: Un Viaggio Culinario tra le Ricette Tipiche
Il Natale è una festa magica, e cosa c’è di meglio per celebrarla se non immergersi nelle tradizioni culinarie di una regione ricca di storia e autenticità? In Umbria, la tavola natalizia è un vero e proprio spettacolo di sapori, con piatti che riflettono la generosità e l’amore per le tradizioni locali. In questo articolo, esploreremo alcune delle ricette tipiche del Natale in Umbria, offrendo un assaggio del patrimonio gastronomico che rende questa regione unica.
Il tipico menu di natale in famiglia in Umbria.
Antipasti
Crostini di Fegato di Pollo
Una ricetta semplice, tipica della tradizione contadina di questa regione, diffusa e apprezzata anche nel resto del Centro Italia. I crostini con il patè di fegato sono sempre presenti sulla tavola, specialmente nel periodo delle feste. Si tratta di un antipasto dal sapore molto particolare, leggermente acidulo, abbastanza sapido. Il patè viene realizzato con i fegatini di pollo ed è ottimo accompagnato col pane casereccio umbro – noto per essere povero di sale – leggermente tostato. Il crostino caldo e fragrante servito con questa salsa saporita, si abbina bene con un buon bicchiere di vino rosso locale.
Galantina di Pollo
E’ un piatto umbro considerato, nella tradizione regionale, un classico del pranzo di Natale. Sembra che di solito fossero le donne di casa che la cucinavano in cambio di denaro o, più spesso, secondo le semplici regole del baratto, di altri prodotti di prima necessità. Tant’è che si può a ragion veduta immaginare che non solo ogni paese, rocca o borgo che dir si voglia, esibiva la propria ricetta della galantina spacciandola per la migliore ma ogni donna o ogni uomo che si cimentava nell’impresa aveva una sua personale interpretazione. Questa terrina di gallina ripiena è insieme maestosa, intimidatoria e didascalica. Potremmo considerarla una sorta di relitto della cucina “sintetica”, nel senso che mette tutto (proprio tutto) insieme. È anche un piatto stile scatola cinese, visto che ogni elemento è abilmente incastrato uno dentro l’altro. Si parte dalla gallina, disossata ed eviscerata. Lo strato più esterno viene riempito di carne (pollo, manzo, lingua salmistrata, macinato di maiale), uova, mortadella (ma anche prosciutto e lardo), pistacchi, panna, tartufo. La chimera alimentare così composta viene assicurata con solide funi (spaghi), cotta nel brodo e, una volta raffreddata, servita a fettine con gelatina di pollo.
Primo
Cappelletti in Brodo
I cappelletti fatti in casa sono un must durante le festività natalizie in Umbria. Questi piccoli ravioli ripieni di carne di manzo e maiale vengono cotti e serviti in un brodo ricco, regalando calore e comfort ai commensali durante le fredde giornate invernali.
Secondo
Cappone in umido
Si tratta di un gallo castrato cucinato lentamente in un ricco sugo a base di vino rosso e aromi come rosmarino e alloro. Il cappone viene marinato con aglio, vino bianco e erbe aromatiche prima della cottura. Accompagnato spesso da contorni come purè di patate, il Cappone in umido rappresenta la tradizione culinaria umbra, offrendo un piatto gustoso e simbolo di convivialità.
Dolci
Panpepato
Il Panpepato è una delle prelibatezze natalizie più amate in Umbria. Una miscela di noci, mandorle, frutta candita, miele, cioccolato, e una miriade di spezie, questo dolce ricorda il panforte senese ma con il tocco unico umbro. È una vera e propria esplosione di sapori natalizi che delizia i sensi.
Torciglione
Tra i dolci tipici del Natale umbro ce n’è uno dalla forma molto particolare: il torciglione.
Le sue origini sono ancora incerte: alcuni sostengono che la forma sia quella di un’anguilla di lago, altri quella di un serpente. Indipendentemente dalla sua storia, si tratta di un dolce famosissimo in tutta la regione, di cui esistono diverse versioni che possono variare per dosaggio o la presenza o meno di certi ingredienti, ma soprattutto per le decorazioni finali, che lasciano moltissimo spazio alla creatività.
Rocciata
Dolce tradizionale del periodo delle festività invernali (dall’inizio di novembre fino a Carnevale), preparato soprattutto a Natale, la Rocciata è una ricetta tipica di Foligno, Assisi e Spello. La sua forma a spirale ricorda quella di un serpente arrotolato su se stesso, il cui colore rosso viene dato dall’alchermes. All’interno della pasta, un ricco ripieno di mele cotte con noci, mandorle, pinoli, fichi secchi, uva sultanina e cioccolato. Naturalmente non mancano le varianti in base alla zona e alle tradizioni di famiglia, che solitamente rimangono segrete!
Pinoccata
Dolci tradizionali delle feste di Natale a Perugia, le pinoccate sono confezionate in carte colorate e festose che rallegrano vetrine, cesti augurali e tavole. Sembra che questi dolci fossero in uso tra i monaci benedettini fin dal XIV secolo e che ancora nel tardo settecento venissero consumati al termine di fastosi pranzi natalizi.
Pressoché esclusivo del capoluogo umbro, questo dolce deve il suo nome, noto nelle varianti di pinoccati, pinocchiati, pinoccate e pinocchiate, ai pinoli, in passato più frequentemente detti pinocchi, che ne costituiscono l’ingrediente principale e gli conferiscono un gusto insolito e speziato.
Si tratta di un impasto composto unicamente di acqua e zucchero fatti bollire fino ad ottenere uno sciroppo denso, nel quale si immerge una quantità di pinoli quasi equivalente a quella dello zucchero. su metà dell’impasto, da cui verranno poi tratti tanti piccoli rombi, si aggiunge del cacao, utile a smorzare l’eccessivo gusto dolce e anche per diversificare questi prodotti, poi incartati a coppie: uno bianco e l’altro nero.
Il contrasto tra i due colori sembra richiamare il gusto decorativo medievale, quando si usava avvicinare colori assai distanti, un gusto che si ritrova nell’architettura, nelle arti decorative, ma anche negli stemmi, scudi, stendardi e gonfaloni (per non dire nei giochi – dalla dama agli scacchi – e nelle fazioni delle città come i bianchi e i neri). Allo stesso mondo medievale e rinascimentale sembra riferirsi la confezione con cui il dolce si presenta: avvolto nella carta come fosse una grande caramella, si avvicina infatti a quei “dolci da lancio” che venivano realmente scagliati durante le finte battaglie tra cavalieri e nei tornei delle feste di queste epoche lontane.

La storia del Presepe di San Francesco
L’Umbria è una terra di antiche tradizioni e profonda spiritualità. Con l’articolo di oggi dal sapore natalizio ci immergeremo in una delle tradizioni più significative: il Presepe di San Francesco di Assisi.
Questa rappresentazione sacra è una testimonianza del patrimonio culturale e religioso umbro, un’icona di fede e devozione che attrae visitatori da tutto il mondo.
La Nascita del Presepe di San Francesco
Il Presepe di San Francesco ha radici antiche che affondano nel XIII secolo.
La storia narra che nel 1223, San Francesco d’Assisi, il Patrono d’Italia e fondatore dell’ordine francescano, creò la prima rappresentazione vivente del Presepe nella città umbra di Greccio, che quest’anno festeggia l’ottavo centenario della prima rappresentazione. Il Presepe fu un vero e proprio dono alla nascita di Gesù Cristo e San Francesco ha così dato inizio a una tradizione che dura da secoli in tutta l’Italia e oltre.
La rappresentazione del Presepe a Greccio fu concepita da San Francesco come una grotta spoglia, con una mangiatoia logora, e al centro il Santo con le sue preghiere, gli inni alla vita, i canti santi e la sua profonda devozione.
È in questa atmosfera che il Bambin Gesù si fa presente.
Oggi come allora, il Presepe non è solo una rappresentazione artistica, ma anche un potente simbolo spirituale. Rappresenta, infatti, l’umiltà, la semplicità e l’amore che San Francesco aveva per il bambino Gesù. Questa tradizione incarna l’essenza della fede cristiana e la importanza di riflettere sui veri valori del Natale: l’amore, la compassione e la condivisione.
La Magia del Presepe Umbro
Ogni anno, nel periodo natalizio, i piccoli borghi e le città dell’Umbria si animano con la magia del Presepe di San Francesco. Le strade si riempiono di luci scintillanti, musiche natalizie e l’aria si impregna di profumo di castagne arrostite e vin brulé.
I cittadini si dedicano con passione alla creazione di scenari intricati e dettagliati che raffigurano la natività. Case, strade e piazze vengono trasformate in veri e propri dipinti viventi, che catturano l’attenzione e l’ammirazione di residenti e turisti.
Il presepe umbro si distingue per la sua autenticità e per la cura dei dettagli, che catturano l’essenza della vita quotidiana dell’epoca. Le statuine, realizzate con maestria da artigiani locali, sono spesso fatte a mano e dipinte con colori vivaci, donando al presepe un realismo toccante.
Visitare l’Umbria durante il Periodo Natalizio
Per chiunque voglia vivere questa esperienza unica, visitare l’Umbria durante il periodo natalizio è un’esperienza indimenticabile. Oltre a contemplare i meravigliosi Presepi di San Francesco, i presepi viventi nei diversi borghi storici e medievali, ci sono sparsi i Mercatini di Babbo Natale in location suggestive come quello di Perugia nella Rocca Paolina, o ancora l’Albero più grande del mondo a Gubbio o l’Albero più grande del mondo sull’acqua sul Lago Trasimeno…
Non perdere questi fantastici appuntamenti, ti aspettiamo per il tuo Natale in Umbria!

L’albero più grande del mondo a Gubbio
Ufficialmente la data di nascita del Progetto e della realizzazione dell’Albero che si adagia sulle dolci pendici del Monte Igino a Gubbio risale al 1981 ricevendo nel 1991 il Guinness dei Primati come l’albero di Natale più grande del mondo.
Oggi come da tradizione trentennale l’Albero più grande al Mondo di Gubbio viene acceso a inizio dicembre e spento la seconda domenica di gennaio.
Sicuramente è tra le attrattive natalizie più d’impatto non solo per l’Umbria, arrivando ad accogliere visitatori che si affollano per ammirare l’albero più grande del mondo da tutta l’Italia e dall’estero.
Collocato lungo le pendici del Monte Igino, è composto da circa 800 luci alimentate da fonti rinnovabili e pertanto non solo un progetto a grande impatto turistico ma anche ecosostenibile.
L’Albero di Gubbio è largo 450 metri e alto 750 e misura 13 mila metri quadrati, raggiungendo la Basilica di Sant’Ubaldo sulla cima della montagna.
Il Natale di Gubbio
Il Comitato che dal 1992 (anno della sua fondazione giuridica) si occupa della realizzazione dell’Albero e in un certo senso anche della promozione turistica della città di Gubbio a Natale, è dedicata, e ne prende il nome, a Mario Santini, l’ideatore del progetto. Ogni anno l’Albero viene acceso da personalità importanti come quella di Papa Francesco ma anche da “luoghi” importanti come nel 2017 acceso da Paolo Nespoli direttamente dallo Spazio.
Gubbio e la Magia del Natale si accede non solo con le luci dell’Albero più grande del Mondo, con il suo fascino, la sua maestosità, attirando la curiosità dai più piccini e la meraviglia dei più grandi, ma si adorna dell’atmosfera natalizia anche grazie all’iniziativa Christmas Land con mercatini, il tour sul Trenino di Babbo Natale, il Villaggio di Babbo Natale e tante iniziative a tema.

Federico da Montefeltro by bike
Federico da Montefeltro by bike

Itinerario Federico da Montefeltro
Gubbio-Urbino
Durata: MTB h 4,40 E-MTB h 3,36
Distanza: 61,7 km
Dislivello: 1.280+
Punti di interesse: Gubbio, Cantiano, Cagli, Fermignano, cascata del Metauro, Urbino.
Itinerario di 75 km che separano la città ducale dalla città natale di Federico da Montefeltro.
È un itinerario ricco di arte e cultura da un lato e di meravigliosi paesaggi naturali dall’altro, quello che collega Gubbio ad Urbino.
Il percorso si sviluppa in gran parte su strade panoramiche e a basso traffico, immerse nella ridente campagna umbro-marchigiana, toccando i luoghi in cui Federico da Montefeltro una delle figure più celebri
del rinascimento, ebbe una forte influenza.
Partenza da Gubbio città natale di Federico da Montefeltro.
A Gubbio andavano l’affetto di Federico e la massima intensità dei suoi sentimenti, come scrive nel 1446: «perché ve acertamo che lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra».
È qui che fece costruire il suo palazzo quale seconda sede del ducato e seconda capitale ricca di vestigia preromane e classiche.
Si sale alla volta di Urbino, lungo la strada vecchia Contessa, attraversando gli antichi confini dello stato feltresco, Cantiano e Cagli dove il Duca fu Signore per nascita con titoli ottenuti dal padre tramite
investitura pontificia nel 1424 dc.
A Cagli Il Torrione è tutto ciò che rimane dell’antica fortezza, progettata da Francesco Di Giorgio Martini, che faceva parte di un piano di difesa voluto dal Duca Federico da Montefeltro.
Dismessa la sua funzione di difesa, il Torrione oggi non è solamente un bellissimo monumento storico, ma anche la sede del Centro di Scultura Contemporanea. Le sale ospitano opere di artisti di fama internazionale,
come Mattiacci, Kounellis, Nagasawa, Icaro e tantissimi altri. Le loro sculture poggiano su una scenografia inedita e originale, si armonizzano con pietra e mattoni, creando un effetto incredibilmente suggestivo.
Fermignano è una piccola cittadina di origine romana che sorge sulla sponda sinistra del fiume Metauro, con tutto attorno il panorama morbido e collinoso tipico del Montefeltro.
Dopo circa 60 Km l’arrivo ad Urbino la città dichiarata Patrimonio Unesco, culla del Rinascimento italiano e città di Raffaello. Urbino è la perla delle Marche conosciuta anche come la “città ideale” per via
dell’omonimo dipinto conservato presso il Palazzo Ducale una delle più belle opere del Rinascimento e cuore pulsante della città di Urbino a cui parteciparono alcuni fra i più grandi architetti, pittori, scultori e
maestranze chiamati da Federico da molte parti d’Italia e d’Europa.
Urbino è la rappresentazione perfetta di un classico borgo italiano: i vicoli che si incrociano, il profumo di buono a ogni angolo, il magnifico panorama che circonda la cittadina e poi… tanta arte!
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Ex Ferrovia da Camporeggiano a Fossato di Vico
Ex Ferrovia da Camporeggiano a Fossato di Vico

Traccia Ex Ferrovia da Camporeggiano a Fossato di Vico
Punti di interesse toccati:
Gubbio:
È nota come la “città di pietra” e sorge sul fianco del monte Ingino: Gubbio vi conquisterà a prima vista con il suo fascino
medievale tutto da scoprire nel suo labirinto di vicoli e stradine.
La lunga storia di Gubbio
Le origini di Gubbio affondano le radici nell’antica civiltà umbra, come testimoniato dalle cosiddette Tavole Eugubine scritte in lingua umbra e risalenti al III-I secolo a.C. Potete ammirarle nelle sale del Museo Civico a Palazzo dei Consoli.
Il periodo d’oro di Gubbio ha inizio intorno al Mille, all’epoca dei Comuni. Sotto la guida del vescovo Ubaldo, nel 1100,
la città vinse una guerra contro Perugia. Nel frattempo si diffusero le arti e i mestieri, tra cui la lavorazione delle maioliche. Con il 1300 la città assunse la forma che ha ancora oggi. È a quell’epoca che risalgono alcuni dei palazzi più belli di Gubbio.
Una passeggiata in centro
Cominciate il giro dal gioiello di Gubbio, Piazza Grande o Piazza della Signoria, una piazza “pensile” che si affaccia sulla città. Ai suoi lati si trovano i palazzi pubblici della città: Palazzo dei Consoli in stile gotico e Palazzo Pretorio, uno di fronte all’altro. Date un’occhiata anche al Palazzo Ranghiasci Brancaleoni che si trova sulla stessa piazza.
A due passi c’è il Palazzo Ducale in stile rinascimentale. Dai giardini di Palazzo Ducale si ha una bella vista sulla città. Fate attenzione alla porta alta e stretta a lato del grande portone: è la Porta del morto. Secondo la leggenda da qui passavano le bare dei defunti. Lungo le mura, che si trovano poco sopra il palazzo e risalgono al 1200, si aprono sei porte, alcune delle quali ancora decorate con pitture e stemmi cittadini.
Tra le chiese non dovreste perdere la cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo. Merita un salto anche la chiesa di San
Francesco, edificata sui terreni dell’antica famiglia degli Spadalonga che lo avrebbe accolto dopo aver lasciato la casa di
suo padre e tutti i suoi averi. Si trova ai piedi della città, dove nel Medioevo si teneva il mercato e c’è ancora la
lunghissima Loggia dei Tiratori, costruita nel 1600 dalla corporazione dei tessitori. Qui tendevano i panni di lana appena
tessuti.
La vera meraviglia di Gubbio è tuttavia la Fontana dei Matti davanti al palazzo del Bargello. Tutti possono ottenere la patente da matto facendo tre giri intorno alla fontana e facendosi bagnare alla presenza di un abitante di Gubbio che lo certifichi.
Dove spingersi nei dintorni
Basta uscire dalle mura medievali di Gubbio e si dischiude un altro mondo di sorprese da scoprire: il teatro romano, il mausoleo romano poco distante, l’abbazia di San Secondo, la secentesca Madonna del Prato ricca di stucchi e la chiesa della Vittorina costruita proprio dove, secondo la leggenda, San Francesco incontrò il lupo.
La gola del Bottaccione
Nei dintorni di Gubbio si trovano le gole del Bottaccione, ideali per una gita poco fuori città. È una profonda gola dovuta all’erosione del torrente Carmignano, ma è anche ricchissima di testimonianze storiche. Qui si trova un acquedotto che corre lungo la gola e risale al Medioevo.
Nella gola si trova anche il Monastero di Sant’Ambrogio, che sorge nei pressi di una cittadella preistorica risalente al paleolitico. L’eremo è del 1300 ed era noto per le sue regole severe oltre che per la posizione inaccessibile che garantiva silenzio e solitudine. Non perdete la visita, a cominciare dalle grotte sotterranee per finire con gli affreschi della chiesa
In cima al monte Ingino: la Basilica di Sant’Ubaldo
La Basilica di Sant’Ubaldo si trova proprio in vetta al monte che veglia su Gubbio, ma niente paura, se non ve la sentite di scarpinare potete raggiungerla con una comoda funivia e avrete tutta la città ai vostri piedi. Qui si custodisce l’urna con il corpo di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio. E vi arriva anche la famosa corsa della Festa dei Ceri del 15 Maggio.
La chiesa è di origini medievali, ma nel corso del 1500 fu ampliata con l’aggiunta del convento e del chiostro. Non fatevi
ingannare dalla semplicità dell’esterno, entrate per ammirare la ricchezza delle cinque navate e le vetrate istoriate che
raccontano la vita di Sant’Ubaldo.
Castello di Colmollaro
II Castello di Colmollaro si trova sopra un rialzo del terreno, in parte circondato da un fitto bosco, lungo la strada per Galvana e Serra Brumonti nel settore sud-orientate del territorio eugubino.
Pur rappresentando l’ultimo baluardo difensivo della conca eugubina in quest’area, viene ricordato soprattutto perché feudo dei Raffaelli, una nobile famiglia, eugubina di orientamento ghibellino di Cui un rappresentante, Bosone Novello strinse amicizia con Dante Alighieri presso Arezzo dove si era rifugiato dopo la cacciata dei ghibellini da Gubbio.
La tradizione riporta la notizia che il sommo poeta esule della patria, trovò rifugio presso l’amico Bosone che, una volta ritornato a Gubbio, si stabilì in questo castello dove Dante, suo ospite, scrisse una parte della Divina Commedia.
La prima documentazione relativa alla struttura risale al 12 novembre 1191, quando Papa Celestino III accolse il monastero di S. Donato di Pulpiano sotto la protezione Apostolica, confermandogli possesso dei suoi beni, tra cui la Chiesa di Sant’Angelo di Colmollaro.
Quanto al nome del luogo, dove sorge il Castello, troviamo vocaboli come “Collemolinaro“, “Colmolacio“, “Colmollario“, “Colle Morario” o “Colmulario”, che permettono di avanzare varie ipotesi, come colle del molino, colle del mulo e colle molle, ritenendo più probabile la prima etimologia, per il fatto che un molino effettivamente esisteva a Galvana, località limitrofa a Colmollaro.
Il Castello vero e proprio viene nominato per la prima volta in relazione alle lotte intestine della Gubbio della seconda metà del XIV secolo.
Secondo quanto riportato dal canonico Vittorio Pagliari, la costruzione del Castrum è da collocarsi intorno all’anno Mille, periodo in cui nascono molti altri feudi del territorio eugubino, destinati a presidiare i confini, in relazione all’espandersi del sistema feudale tra il X e l’XI secolo.
La custodia dei castelli veniva garantita da una piccola guarnigione di soldati, comandati da un capitano che talvolta prendeva anche il nome di castellano o notaio.
In relazione a Colmollaro, conosciamo il nome di due soli capitani: Dompnus Angelo Manciae, capitano nel 1396, e un certo Mascius, tra il 1410 e il 1412.
In questo Castello si è svolta un’intensa attività politica, diplomatica e militare: e da Colmollaro arrivavano e partivano notte e giorno dei corrieri che garantivano l’ordinario flusso di notizie da e verso il potere centrale.
Il loro era un lavoro delicato, spesso difficile e pericoloso.
Documenti d’archivio ricordano, ad esempio, l’episodio del 20 agosto 1380 quando Petto Matoli et ser Johanni Paulelli, ambasciatori inviati dal Comune di Gubbio a Colmollaro per trattare il ritorno di alcuni fuoriusciti, prima vennero derubati di un mulo, un cavallo e delle armi, poi vennero incatenati e condotti al Castello di Giomici.
A tale servizio erano addette anche delle donne: il 31 agosto 1382 giunsero al castello con dei documenti da consegnare due donne, una delle quali chiamata Mite.
In questo periodo il castello viene acquisito dalla nobile famiglia eugubina dei Raffaelli – Caffarelli.
Nel 1388 capeggiava questa famiglia Bosone III di Bosone Raffaeili detto l’Ungaro per il suo lungo soggiorno in quelle terre, più volte ricordato da una documentazione d’archivio nelle vesti di ambasciatore; si ricorda in particolare l’episodio che lo vede in veste di diplomatico, insieme a Francesco Uguccione, presso il conte Antonio da Montefeltro, con il quale raggiunge un accordo di pace, e quello che lo menziona come consulente a Firenze coadiuvato da Guadagno di Landolfo in difesa di Cante II.
Il 15 giugno 1477 il castello, per disposizione testamentaria passa a Francesco nipote di Bosone III; alla sua morte, avvenuta nel 1494 senza lasciare eredi maschi, il suo patrimonio tra cui il maniero, viene spartito tra le tre figlie sposate.
Tra il 1528 e il 1531, dopo una lunga serie di alienazioni, il castello diventa proprietà dei Canonici della Cattedrale di Gubbio per la somma di 6750 fiorini che lo detengono fino al 1888 quando passa, insieme alla tenuta, al principe don Giulio Torlonia. Nel 1898 il Castello viene dichiarato monumento nazionale.
Ex stazione di Branca
La stazione fu inaugurata il 5 aprile 1886, e rimase attiva fino al 22 maggio 1945, quando la ferrovia, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, cessò definitivamente l’esercizio.
A Branca si attestò l’ultimo convoglio che percorse la linea: si trattava di un treno viaggiatori che fu mitragliato dai tedeschi poco prima della stazione, per poi essere trainato da un trattore nel piazzale della stazione stessa. Sono stati mantenuti, e resi ben visibili, i 12 fori provocati dai proiettili sulla facciata lato binari del fabbricato viaggiatori.
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