Fiera dei Morti Perugia

Fiera dei Morti in Umbria: un affascinante viaggio tra tradizione e cultura

Se siete alla ricerca di un’esperienza unica in Umbria, non cercate oltre. Ogni anno, tra la fine ottobre e i primi di novembre, la regione si risveglia con una festa unica nel suo genere: la Fiera dei Morti, la fiera più grande del Centro Italia.

Un’Antica Celebrazione Umbra
La Fiera dei Morti, prima conosciuta come Fiera di Ognissanti,  ha radici profonde nella tradizione umbra risalenti all’epoca medievale, a partire già dal 1260, come vero e proprio momento di scambio e commercio di prodotti di natura agricola, artigianale e ancora capi di bestiame, in preparazione della stagione invernale.

Oggi, la Fiera dei Morti è un vibrante mix di cultura, storia e festeggiamenti non solo umbri ma provenienti da tutto il mondo.

Uno dei punti focali della Fiera dei Morti è il mercato che si snoda nel centro storico di Perugia, lungo il Corso Vannucci e nel grande mercato di Pian di Massiano (facilmente raggiungibile tramite il Minimetrò) dove i venditori locali presentano una vasta gamma di prodotti artigianali e non, con la presenza del famoso Luna Park i “Baracconi” che quest’anno festeggia i suoi 100 anni.

Potrete trovare oggetti di ceramica, tessuti, gioielli e prelibatezze culinarie tradizionali dell’enogastronomia locale come la porchetta, i salumi locali e le zuppe ricche di sapore per non parlare poi del Tartufo umbro una prelibatezza autunnale che raggiunge il massimo della bontà in questo periodo dell’anno, ed ancora enogastronomia estera delle città gemellate con Perugia.

I colori vivaci dei prodotti e l’abilità artigianale dei venditori creano un’atmosfera magica che vi farà sentire come se foste immersi in un racconto di fiabe umbro.

La Fiera dei Morti in Umbria è un’occasione unica per immergersi nell’anima dell’Umbria, scoprendo la sua storia, la sua cucina e la sua gente. Se cercate un’esperienza autentica e memorabile in Italia, non dovete cercare oltre: la Fiera dei Morti vi aspetta a braccia aperte nelle pittoresche città umbre.

La storia di Eurochocolate

Eurochocolate: la dolce storia della festa del cioccolato

Il cioccolato, con la sua irresistibile dolcezza, ha sempre avuto il potere di catturare i cuori di milioni di persone in tutto il mondo. Ma c’è un luogo in Umbria e più precisamente a Perugia dove il cioccolato diventa protagonista assoluto, un evento che celebra questa prelibatezza culinaria in tutte le sue forme e sfumature: Eurochocolate, uno dei festival del cioccolato più famosi e amati al mondo.

Tutto ebbe inizio nel 1993, quando un giovane imprenditore italiano di nome Eugenio Guarducci, di ritorno dall’Oktoberfest di Monaco di Baviera, ebbe l’idea e il desiderio di creare un festival del cioccolato che celebrasse il meglio di questa prelibatezza e portarlo nella sua Perugia. Con grande passione e determinazione, Guarducci mise in piedi la prima edizione di Eurochocolate a Perugia, la pittoresca città nel cuore verde dell’Italia.

Perugia, con la sua ricca tradizione cioccolatiera risalente a Luisa Spagnoli, si rivelò il luogo ideale per ospitare un evento di questo genere. Il festival ebbe un inizio modesto, ma la sua reputazione crebbe rapidamente, attirando appassionati di cioccolato da tutto il mondo.

Negli anni successivi, Eurochocolate ha conosciuto una crescita costante, diventando uno dei festival del cioccolato più importanti a livello globale. 

Oltre a deliziare il palato dei visitatori, Eurochocolate ha un obiettivo educativo. Il festival promuove la conoscenza del cioccolato, dalla sua storia millenaria alle moderne tecniche di produzione con laboratori, seminari, degustazioni di cioccolato o abbinamenti ai vini e liquori in cui esperti cioccolatieri spiegavano le sfumature della produzione di cioccolato e svelavano i segreti dei gusti unici dei vari tipi di cacao e ancora cooking show con dimostrazioni di Chef e Maestri cioccolatieri di fama mondiale.

Eurochocolate è una vera e propria esperienza culturale, un viaggio attraverso il mondo del cioccolato, dalla sua storia alle sue sfumature più moderne. Questo festival ha saputo conquistare i cuori di appassionati di cioccolato di tutte le età e nazionalità, dimostrando quanto possa essere potente il legame tra il cacao e l’umanità.

Se amate il cioccolato, non c’è posto migliore in Europa per soddisfare la vostra passione di Eurochocolate. E, chissà, potreste persino scoprire nuovi lati di questa delizia che non avete mai immaginato.

La storia di Umbria Jazz

Finalmente ritorna Umbria Jazz, l’evento musicale più atteso in Umbria!

Umbria Jazz è il festival musical dedicato al mondo del Jazz più importate in Italia e tra più influenti al mondo.
Un festival tra le note calde del Sax e quelle ritmiche della tromba che risuonano tra i vicoli del Centro Storico di Perugia e i suoi palchi  distribuiti in location con cornici storiche mozzafiato, come il palco di Piazza IV Novembre, la Jazz Jam Session al Teatro Morlacchi, i concerti per i puristi alla Galleria Nazionale dell’Umbria,  fino al Main Stage situato all’arena Santa Giuliana per i concerti dei grande artisti italiani e internazionali che hanno varcato la porta di Umbria Jazz.

Lo stesso Herbie Hancock, presente anche quest’anno ad Umbria Jazz, descrive così il festival:

“È il luogo in cui bisogna essere in questo periodo dell’anno”

Lo sapevi che Umbria Jazz è stato anche citato nella puntata n.16-stagione 33 de I Simpsons?

Ripercorriamo insieme le origini di Umbria Jazz

Nasce nel 1973 (quest’anno festeggia i suoi 50 anni!) per volontà di Carlo Pagnotta, gestore di una bottega di abbigliamento e soprattutto grande appassionato di musica Jazz che desiderava portare nella sua Umbria un festival dedicato a questo genere musicale. La storia narra che ebbe l’idea o la folgorazione Jazz in un bar storico di Via Mazzini, oggi chiuso.
Il primo concerto si svolse proprio ne 1973, nel teatro naturale della Villalago a Piediluco, in provincia di Terni. Altre location destinare ai palchi erano Perugia proprio in Piazza IV Novembre dove fecero il proprio esordio italiano i Weather Report, e ancora Gubbio, proprio per dare l’idea di un festival musicale che abbracciasse tutta l’Umbria.

Non è sempre filato tutto liscio…

Nei difficili e bollenti anni ‘70-’80, tra scontri e idee politiche contrastanti tra la “musica nera” e la “musica bianca”, Umbria Jazz non vide la luce dei palchi nel 1978 fino al 1982!

Il ritorno

L’anno della sua “rinascita” risale al 1982 con novità e cambiamenti come l’introduzione del biglietto di ingresso per alcuni concerti, fino ad allora gratuiti.
Nel 1985 nacque l’Associazione Umbria Jazz che gestisce l’evento e il marchio Umbria Jazz che invece rimane di proprietà della Regione Umbria.
Altra novità è la scelta di Perugia come città ospitante Umbria Jazz con solo alcuni concerti tenuti negli anni a Terni, Assisi, Gubbio. Oppure con l’edizione di Umbria Jazz Winter Edition che si tiene ogni anno a dicembre a Orvieto.

Le vie che suonano

Durate Umbria Jazz, che si tiene ormai da tradizioni per 10 giorni nel mese di luglio, è possibile assistere e ascoltare musicisti, jazzisti, cantanti che si esibiscono lungo tutto corso Vannucci, creando atmosfere uniche tra le note del Jazz, Blues, Gospel, Soul, Rhytm’n’Blues…
Famosi per i loro concerti itinerari sono, per esempio, i Funk Off!

La potenza è Umbria Jazz è l’aver creato un evento di Musica Jazz in Italia, con tutte le sfumature che vanno dal blues alla musica raggae, dal pop al soul, tra grandi artisti e artisti emergenti, tra musica “in strada” e grandi palchi. Un evento in grado di far emozionare e riunire tutti, grandi e piccini, sotto le note del Jazz.

Citando Alessandro Baricco nel suo monologo teatrale Novecento:

“Quando non sai che musica è,
allora è Jazz!”

Alcuni grandi artisti che hanno partecipato in questi anni a Umbria Jazz

Alicia Keys 
Art Blakey 
B.B. King
Carlos Santana 
Diana Krall 
Earth, Wind & Fire 
Elton John 
Eric Clapton 
Herbie Hancock 
Johnny Depp 
Lady Gaga 
Liza Minnelli 
Massive Attack 
Mika 
Phil Collins 
Pino Daniele 
Prince 
Simply Red 
Stefano Bollani 
Sting
The Chainsmokers 
Tony Bennett 
Vinicio Capossela 

Perugia 1416

La Rievocazione Storica di Perugia 1416

Ogni anno, la città di Perugia rivive un momento epocale della sua storia attraverso la suggestiva rievocazione storica di Perugia 1416. Questo evento storico e culturale, ricco di fascino e tradizione, celebra il periodo storico tra Medioevo e Rinascimento e l’ingresso in città di Braccio Fortebraccio dopo la vittoria della battaglia di Sant’Egidio, avvenuta il 12 luglio 1416.

L’Evento
La rievocazione storica di Perugia 1416, organizzata annualmente, è un’occasione unica per immergersi completamente nell’atmosfera medievale. Quest’anno l’evento si svolgerà dal 13 giugno (preview) al 16 giugno 2024 con la sua IX Edizione.

Uno degli aspetti più spettacolari dell’evento sono le sfide tra i cinque Magnifici Rioni di Perugia – Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Eburnea, Porta Santa Susanna e Porta Sant’Angelo per contendersi il Palio 2024 tra allegorie in Corteo, Corsa del Drappo, Arco Storico e Mossa alla Torre. Il Rione vincitore delle sfide sarà proclamato dallo stesso Braccio.

Perugia si colora di storia
Le strade di Perugia in questo periodo si colorano delle scintillanti di centinaia di figuranti in costumi d’epoca. Dame, cavalieri, artigiani e popolani ripropongono scene di vita quotidiana, tornei cavallereschi. Il corteo è arricchito da suoni e colori che riportano indietro nel tempo, creando un’esperienza immersiva tra musiche e artisti di strada, taverne, spettacoli, rionali in abito storico e botteghe degli antichi mestieri.

La rievocazione storica di Perugia 1416 non è solo un evento folkloristico, ma un vero e proprio viaggio nel tempo che permette di rivivere uno dei momenti più significativi della storia perugina. Attraverso costumi, gare, cibo e tradizioni, Perugia celebra il suo passato con orgoglio e passione, offrendo a tutti un’esperienza indimenticabile.

 

I templari nell’Appenino Umbro

Benvenuti nel cuore dell’Umbria, dove la storia si fonde con il fascino dei Templari. Gubbio, una pittoresca città medievale nasconde segreti che risalgono all’epoca dei Cavalieri Templari. In questo articolo, vi porteremo in un viaggio nel tempo per scoprire il legame affascinante tra Gubbio e i Templari, offrendo una vista panoramica di questo antico ordine e delle sue tracce nel cuore di questa città.

La storia dei Templari
Per comprendere appieno l’influenza dei Templari nell’Alta Valle del Tevere, è fondamentale gettare uno sguardo alla loro storia. L’Ordine dei Templari, noto anche come i Cavalieri Templari, fu fondato nel XII secolo durante le Crociate in Terra Santa. Questi cavalieri monaci guerrieri erano famosi per la loro abilità militare, la loro devozione religiosa e la loro incredibile ricchezza.

I Templari ebbero un ruolo significativo nelle Crociate, difendendo i pellegrini cristiani e accumulando una vasta quantità di ricchezze e proprietà in tutto il mondo conosciuto. La loro influenza si estese anche in Italia, e Gubbio non fu un’eccezione. Da un famoso scritto di un nobile Eugubino si legge di un certo Cavaliere Battista Sforzolini:

 “Battista Sforzolini, cavaliere del Tempio di Gerusalemme, fu uno dei più prodi guerrieri del suo tempo; fu sempre il primo in tutti i più pericolosi azardi; non si sottrasse mai ai pericoli, quasi sormontò co’l valore, e co’l senno, e nelle più spaventose mischie diede à vedere, che un cuore generoso non trova pericolo, che lo spaventi “.

I Templari a Gubbio
Gubbio, con la sua posizione strategica e la sua importanza storica, divenne un importante centro per i Templari in Italia. Questa città era un crocevia cruciale per i viaggiatori e i pellegrini diretti a Roma e aveva un ruolo chiave nella rete di insediamenti Templari in Italia. Il processo dell’Inquisizione fu inaugurato a Gubbio, nel palazzo della Chiesa di Santa Croce della Foce e nel palazzo del Vescovado.
Tra Gubbio e i comuni limitrofi di Scheggia e Pascelupo, Scheggia, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico…sono molte le tracce e simboli come le croci Templari che testimoniano la presenza dei Templari nella terra umbra.
Gubbio è un tesoro nascosto per gli appassionati di storia e per coloro che sono affascinati dalla storia dei Templari. Questo affascinante viaggio vi permetterà di scoprire i segreti di questo antico ordine e di immergervi nell’atmosfera unica di una città che ha mantenuto viva la sua eredità Templare nei secoli

Big Bench #379 Scheggia e Pascelupo

Arrivata la BIG BENCH N. #379 SCHEGGIA E PASCELUPO Fraz. Pascelupo (PG)

Panchina con seduta verde e struttura in ferro gialla, perfettamente integrata con i colori della natura circostante. Si trova sul Poggio della frazione di Pascelupo, nel Comune di Scheggia e Pascelupo, a circa 530 metri sul livello del mare, all’interno del Parco del Monte Cucco. Questo territorio, caratterizzato da un’eredità templare e una natura incontaminata, si estende su un colle circondato da monti e ruscelli, con sentieri che si snodano tra boschi, vallate e imponenti pareti rocciose. Dalla panchina si gode di una vista mozzafiato sulla Forra del Rio Freddo, sul monte Cucco con la sua spettacolare grotta, sull’Eremo Camaldolese di San Girolamo, sul monte Motette e sul monte Catria, celebre per l’Eremo Benedettino di Fonte Avellana, menzionato da Dante nel canto XIX del Paradiso della Divina Commedia. Poco distante si trova anche il suggestivo Castello Medievale di Pascelupo.

Dove trovare il Timbro per il Passaporto delle Big Bench:


B&B LA PIAZZETTA DI PASCELUPO
Largo Umberto I Fraz. Pascelupo – 06027 Scheggia e Pascelupo (PG) | Tel. 338.6424898 |
SOC. AGRICOLA BORGO MEDIOEVALE PASCELUPO
Ristorante e b&b
Via Circonvallazione, 5 Fraz. Pascelupo – 06027 Scheggia e Pascelupo (PG) | Tel. 338.9782151 |

La Crescia

La Contessa: una porta tra terra e mare

Ti raccontiamo


La Crescia

La Crescia, specialità semplice e genuina, ma con radici profonde nel territorio eugubino e simile a una focaccia, è uno degli alimenti più antichi della zona, con origini che risalgono alla civiltà degli Antichi Umbri. Il suo antenato diretto è la “mefa”, menzionata nelle Tavole Eugubine come un’offerta sacra al dio Fisovio durante le cerimonie rituali. Questo pane rituale non solo nutriva i corpi, ma cementava i legami comunitari.

Catone il Censore, nel suo “De agri cultura”, descrive una preparazione simile chiamata “placenta”. Questo alimento accompagnava i pasti nell’antica Roma e la sua preparazione meticolosa è un riflesso della cura e della dedizione che ancora oggi caratterizzano la cucina umbra.

Dalla Tradizione alla Modernità
Nel corso dei secoli, la Crescia è rimasta un alimento centrale nella dieta locale, trasformandosi da semplice pane quotidiano a delizia farcita per i giorni di festa. In passato, la Crescia era cucinata su pietre piatte chiamate “panaro”, scaldate sotto i carboni ardenti. Oggi, il panaro di ghisa ha preso il posto di queste pietre, permettendo di cucinare la Crescia anche nelle moderne cucine a gas.

L’impasto della Crescia è fatto con ingredienti semplici: farina di grano tipo 0, acqua, sale e un agente lievitante. Dopo una breve lievitazione a temperatura ambiente, viene stesa a mano e cotta sul panaro, tradizionalmente in un camino a legna o su una piastra a gas. La cottura dura circa 15 minuti, al termine dei quali la Crescia viene tagliata e farcita con prodotti locali, come salumi, formaggi, verdure e, nei giorni di festa, carne di pollo, oca o coniglio.

La Crescia, con la sua semplicità e bontà, è il simbolo perfetto di questo legame indissolubile tra passato e presente.

Unisciti a noi in questo viaggio alla scoperta delle meraviglie del nostro territorio e delle sue ricche tradizioni!


Festa dei Ceri a Gubbio

Ogni anno, il 15 maggio, Gubbio si prepara alla Festa dei Ceri, un’antichissima quanto folkloristica tradizione popolare che trae le sue origini, quelle pagane, da antichi riti propiziatori che gli ikuvini (l’originario nome italico degli Eugubini) dedicavano alle divinità presenti nelle sette Tavole di Gubbio, in particolare la Dea Cerere e che oggi sono custodite nel Palazzo dei Consoli.
Un’altra origine, prettamente cristiana, celebra il Patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo a partire dal maggio del 1160, nella ricorrenza della sua morte.

La Festa dei Ceri è una tradizione molto sentita dagli Eugubini e che racconta la storia di un popolo che trae dalle sue radici la forza d’essere: tra i protagonisti di questa festa ci sono i Ceraioli, coloro che portano il Cero e che li coinvolge anche come tradizione da tramandare di padre in figlio.

I Ceri, custoditi nella Chiesa di Sant’Ubaldo durante l’anno, sono strutture in legno costruiti con la forma di prismi ottagonali che si sovrappongono. Al fine di rinforzare la struttura, all’interno del prisma di legno  vi è  un telaio composto da un asse e la parte che fuoriesce si chiama “timicchione”: quello posto in alto diventa il supporto per issare il Santo, mentre quello in basso chiamato “barella”, viene utilizzato dai Ceraioli per trasportarlo durante la corsa attraverso le vie della cittadina sino a raggiungere il Monte Igino, ove si trova la Basilica del Santo con le spoglie riposte nel 1194.
I Santi che invece sono trasportati sui Ceri dai Ceraioli sono, oltre a Sant’Ubaldo, San Giorgio, Sant’Antonio, nell’ordine in cui sfilano. Se Sant’Ubaldo è il Patrono di Gubbio, San Giorgio è il protettore dei commercianti e Sant’Antonio dei contadini.

Il percorso della Corsa dei Ceri, che parte dalla Chiesa dei Neri, è lungo circa 4 km e termina poi con una grande festa tra i vicoli caratteristici di Gubbio tra assaggi enogastronomici, spettacoli e musica.

 

Insomma una vera e propria festa, sentita e amata dagli Eugubini quanto da tutto il popolo umbro e che richiama ogni anno tanti visitatori e turisti, curiosi di scoprire un’antica tradizione ricca di storia e peculiarità.

 Dal 1973 i Ceri sono finanche diventati il simbolo della Regione Umbra.

SCOPRI GUBBIO CON IL GUBBIO EXPRESS

Gubbio Express è il City Tour della Città di Gubbio, il miglior modo per iniziare comodamente la vostra visita. Un confortevole Trenino Turistico a basso impatto ambientale vi accompagnerà per le vie de ” La più bella Città Medievale”

Luisa Spagnoli

Oltre la Moda e il Cioccolato, una Donna Filantropa all’Orizzonte

Luisa Spagnoli, un nome che evoca immediate immagini di moda raffinata e golosità cioccolatose. Tuttavia, il suo retaggio va ben oltre le passerelle e le prelibatezze. Oggi, vogliamo svelare il lato meno conosciuto di questa straordinaria donna: la sua anima filantropa.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna di vagare per la pittoresca collina di Santa Lucia in giovane età, non era affatto raro incrociare dei coniglietti d’angora fuggiti dai giardini di Luisa.
Dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, Luisa Spagnoli si appassionò a questi adorabili animali, iniziando non solo a crearne una collezione, ma a intuire un segreto che avrebbe rivoluzionato il mondo della moda: l’arte di pettinare, piuttosto che tosare, questi conigli.
Un gesto gentile che permetteva di ottenere un filato dalla morbidezza senza precedenti, un tessuto che coccolava la pelle come nessun altro.

E che dire dei suoi deliziosi cioccolatini? Il Bacio Perugina è un nome conosciuto in tutto il mondo, ma c’è un’altra tavoletta che porta il suo nome, una creazione che alcuni perugini chiamano affettuosamente “Carrarmato“, forse come omaggio alla sua tenacia e alla sua forza d’animo.

E infine, non possiamo dimenticare il contributo di Luisa Spagnoli alla creazione della Città della Domenica, il primo parco a tema d’Italia, nato grazie all’ingegno di suo figlio Mario nel 1963. Decise di trasformare i terreni di sua proprietà sul monte Pulito, nel quartiere di Ferro di Cavallo a Perugia, in un parco per il tempo libero delle famiglie, una sorta di città ideale che doveva inizialmente prendere il nome di “Spagnolia“.
Di enormi dimensioni per l’epoca (oltre 43 ettari di terreno), il parco presenta, immersi nella fittissima vegetazione umbra, aree faunistiche e strutture tematiche fiabesche.

Luisa Spagnoli è stata molto di più di una semplice icona di moda e cioccolato. È stata una donna visionaria, una filantropa generosa e un’ispirazione per le generazioni future. La sua eredità va ben oltre i confini delle passerelle e dei cioccolatini, un esempio luminoso di come la passione, la dedizione e la gentilezza possano plasmare il mondo a beneficio di tutti.



Credit photo by:
Cittàdelladomenica.it
NestlèItalia.it
Ilverdemondo.it
Kongnews.it
IlDenaro.it

L’Umbria da Fiction

L’Umbria da Fiction
Benvenuti in Umbria, nel cuore verde dell’Italia, una Regione che incanta con la sua bellezza naturale e il suo fascino storico. Ma c’è qualcosa di magico nell’Umbria che va oltre i suoi paesaggi mozzafiato e le sue città medievali: è il luogo dove la magia del cinema e della televisione prende vita!
In questo viaggio cinematografico, esploreremo i luoghi incantati dell’Umbria che sono servito da sfondo per film e fiction, portando sullo schermo la ricchezza della sua cultura e della sua storia.

Città della Pieve e “CARABINIERI”
Città della Pieve caratterizzata dai suoi edifici in mattoni rossi e situata al confine tra l’Umbria e la Toscana, è stata forse la prima location in Umbria a fare da sfondo per avvincenti inseguimenti tra criminali e carabinieri, nella Fiction “Carabinieri” e che ha fatto da trampolino di lancio nella carriera da attori come Manuela Arcuri, Martina Colombari, Lorenzo Crespi…
La caserma dei carabinieri è stata collocata in via Maddalena 34 in un istituto tecnico.
Il celebre Bar Pippo, frequentato dai protagonisti della fiction, si trova invece in Piazza Matteotti, ed è ancora oggi attivo.

Assisi e “CHE DIO CI AIUTI
Assisi è stata la protagonista delle ultime stagioni della celebre fiction Rai “Che Dio ci aiuti”.
Girovagando per le strade della città, è possibile identificare gli edifici storici di Assisi che fungono da cornice alle avventure di Suor Angela, interpretata dall’attrice Elena Sofia Ricci, che attraversa il centro storico a bordo del suo ormai iconico pulmino blu. Location delle riprese sono state anche la maestosa Basilica Papale di San Francesco, la Basilica di Santa Chiara e la Cattedrale di San Rufino. Molti dei dialoghi tra Suor Angela e Suor Costanza, interpretata dall’attrice Francesca Chillemi, sono state girate, per esempio, nella chiesetta di San Giacomo de Muro Rupto.

Perugia e “LUISA SPAGNOLI”
Perugia
, la pittoresca capitale dell’Umbria, è stata il set per numerose produzioni cinematografiche e televisive: una tra queste, trasmessa nel 2016, è la serie televisiva dedicata a Luisa Spagnoli (ne avevamo parlato qui), imprenditrice lungimirante e creatrice del marchio di moda che porta il suo nome e del famoso Bacio Perugina, il cioccolatino con la nocciola ideato insieme al marito Francesco Buitoni.
La scenografia si è sviluppata soprattutto in piazza IV Novembre, tra la Cattedrale di San Lorenzo, la Fontana Maggiore e Palazzo Priori. Luisa Spagnoli, interpretata dalla bellissima e bravissima Luisa Ranieri, ha sfoggiato eleganti abiti d’epoca mentre percorreva Corso Vannucci, il corso principale di Perugia ma anche le suggestive scalette di Sant’Ercolano

“DON MATTEO” tra Gubbio e Spoleto
Gubbio
, con le sue case di pietra e i vicoli stretti, è un vero tesoro medievale che ha attirato registi di tutto il mondo. La città è stata utilizzata come primo set per il film “Don Matteo”, prima di passare. Gubbio offre un’atmosfera autentica che ha reso la serie ancora più coinvolgente per gli spettatori. A Gubbio, in particolare, sono stati utilizzati la Chiesa di San Giovanni per la canonica e la chiesa della Fiction. Nella Piazza Grande, di fronte al Palazzo dei Consolo, invece, si trovata la caserma del maresciallo Cecchini, dove è ancora posizionato il tavolo delle partite a scacchi tra Don Matteo e il Maresciallo. Le famose passeggiate in bicicletta di Terence Hill – DON MATTEO, sono girare in Via Savelli, Via Piccardi e Via Baldassini.

A Spoleto, invece, la maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Duomo di Spoleto, è la location iconica della serie. Questo capolavoro di architettura romanica ospita opere d’arte straordinarie e rappresenta uno dei luoghi più sacri della città. Nella trama di “Don Matteo”, la cattedrale ospita la Canonica, la Caserma dei Carabinieri e il Parlatorio.
Poco distante si può ammirare Piazza della Signoria dove sono state girate molte scene della Fiction. Palazzo Bufalini è stato utilizzato per le riprese in esterna della Caserma dei Carabinieri.

L’Umbria è molto più di un’incantevole regione italiana: è un mondo di possibilità per cineasti e registi che desiderano catturare la sua bellezza e il suo fascino senza tempo. Esplorare i luoghi dove sono stati girati film e fiction in Umbria è un modo affascinante per scoprire la regione da una prospettiva unica, attraverso gli occhi dei creatori cinematografici che hanno reso questi luoghi indimenticabili sul grande e piccolo schermo.